Il programma “Cinema e Psicoanalisi” si compone di una serie incontri, ciascuno suddiviso in due blocchi di attività tra loro correlati e finalizzati a integrare i principali concetti della psicoanalisi freudiana e post-freudiana. (sogno, edipo, narcisismo, isteria, ecc:) con gli aspetti clinici della terapia e i vissuti dei partecipanti.
- La lezione del sabato – incentrata sull’esposizione di una tematica psicoanalitica mira a rifocalizzare concetti quali individuo, identità, libertà, senso, etica, ecc. attraverso il confronto tra la psicoanalisi e le esperienze individuali dei partecipanti.
- Il seminario domenicale – dedicato al cinema e alla sua lettura psicoanalitica – intende approfondire, attraverso l’analisi di parti di film, le riflessioni emerse nella giornata del sabato, coinvolgendo i partecipanti nell’interpretazione delle sequenze proiettate. I partecipanti potranno pertanto rinvenire nelle scene selezionate principi e concetti psicoanalitici trattati teoricamente nella giornata del sabato, vedere cioè quanto dei contenuti esplicitati nelle lezioni siano implicitamente già riposti nei film stessi.
L’iniziativa nel suo complesso vuole:
- Gettare le basi necessarie ad una conoscenza introduttiva della psicoanalisi
- Offrire attraverso l’interpretazione psicoanalitica dei film, strumenti utili alla comprensione del nostro presente individuale e sociale
Il programma intende infatti individuare degli argomenti-chiave che consentano ai partecipanti di orientarsi all’interno della psicoanalisi, una disciplina che mette in relazioni teorie e principi generali con le vite e le storie dei singoli soggetti.
Come si desume dalla scelta dei titoli dei film proposti, non ci si è attenuti solo a un’introduzione ai principi fondamentali della psicoanalisi, ma attraverso autori come Kubrick, Rohmer, Moretti, Polanski, si è inteso accostare la riflessione clinico-teoria a quella concernenti le diverse individualità nell’impatto talvolta problematico con la contemporaneità.
Con ciò la psicoanalisi riprende uno dei suoi scopi originari, quello di “gettare ponti” tra la psicopatologia e la vita quotidiana, tra le problematiche soggettive e il più ampio contesto socio-culturale. Ed è proprio questa sua vocazione a mediare che consente di passare da un piano propriamente clinico a una dimensione che riguarda la nostra vita e il nostro sociale.
Nel corso delle due giornate, i partecipanti che desiderino condividere i loro vissuti, (sentimenti, emozioni, idiosincrasie, ecc.), potranno intervenire nel dibattito con associazioni, evocazioni e pensieri personali.
Responsabili: Francesco dal Moro e Mario Mattioda